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Asimmetria mammaria
Armonizzazione delle mammelle tra loro
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Intervento Ogni intervento è da valutare in base alla situazione soggettiva della paziente, ciò avviene a maggior ragione in questo caso. Le mammelle sono spesso differenti tra loro per forma, volume, posizione; quando ciò risulta molto evidente, causando disagio, è indicato un intervento chirurgico che, a seconda del caso, può sollevare un seno più basso, riempire un seno più vuoto, o combinare entrambi gli interventi. Come nel caso della mastoplastica additiva e sospensiva, è possibile l’inserimento di protesi specifiche, si può aumentare il volume della mammella più piccola nel momento in cui si riposiziona quella più bassa.
A seconda delle dimensioni e della pigmentazione dell’areola le incisioni possono essere effettuate nella zona di confine tra areola e cute (periareolare) oppure nella piega al di sotto della mammella (solco inframammario).
Le protesi possono essere inserite in una tasca ricavata sotto la ghiandola o sotto il muscolo "grande pettorale" con un risultato estetico più soddisfacente e naturale.
L’intervento può essere eseguito sia in anestesia generale sia in anestesia locale supportata da sedazione secondo i desideri della paziente.Il post-operatorio Il dolore post-operatorio è di norma ben tollerato e controllato da farmaci antidolorifici e generalmente tende a risolversi dopo 24-48 ore. Nel caso in cui sia stata posizionata una protesi dietro al muscolo, nei primi dieci giorni dopo l’intervento, è necessario limitare i movimenti che possono mettere in trazione il muscolo pettorale (guidare, sollevare pesi, ecc.). Talvolta si presentano lividi (ecchimosi) che hanno la tendenza a migrare verso il basso, ma che nel giro di poco tempo tendono a scomparire. Il gonfiore si riassorbe generalmente entro un mese.Le possibili complicazioni Come tutte le procedure chirurgiche al seno è soggetto sono possibili alcune complicazioni quali l’infezione, l’ematoma (raccolta di sangue all’interno della tasca), esiti cicatriziali evidenti, ecc. Nel caso sia stata inserita una protesi questa potrebbe alloggiarsi in modo non corretto (dislocarsi) rendendo quindi necessario un intervento chirurgico di riposizionamento. Sempre nel caso di presenza di protesi è possibile si generi una contrattura capsulare. Nella nostra casistica tale fenomeno si manifesta con una percentuale attorno al 2-3%. Attorno alla protesi si forma generalmente un involucro di tessuto fibroso che generalmente non da nessun tipo di problema. Tuttavia può accadere che si ispessisca e si contragga, comprimendo la protesi rendendola dura ed immobile. La contrattura capsulare può iniziare in qualsiasi momento, anche a distanza di anni, ma più frequentemente si manifesta nei primi mesi dopo l’intervento e, di solito, da un solo lato. Per trattare e risolvere questo problema, nelle forme lievi e iniziali, a volte è sufficiente una manovra esterna senza intervenire chirurgicamente. Solo nei casi di contrattura capsulare più importante è necessario ricorrere ad un nuovo intervento chirurgico, che prevede di incidere e/o asportare la capsula. |